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Planimetria Bowie
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L’epoca della modernità
Come abbiamo visto Toulouse-Lautrec è stato un grande innovatore nel mondo dell’arte, sia dal punto di vista tecnico, sia per le tematiche a cui rivolgeva la sua attenzione. Ma non dobbiamo dimenticare che Lautrec in fondo era un figlio dell’epoca moderna. Forse, anzi, uno dei suoi pregi maggiori è stato proprio quello di cogliere, a differenza di tanti suoi contemporanei, i cambiamenti che lo circondavano e di capirne la portata rivoluzionaria. Quando pensiamo oggi ai locali di Montmartre raffigurati da Lautrec, rischiamo di averne un’immagine stereotipata e di dimenticarci quanto in realtà fossero all’avanguardia. Prendiamo ad esempio il Can-Can, diventato oggi quasi un sinonimo di “francesità” tutta. Sebbene le sue origini non siano chiare, quello che è certo è lo scandalo che destava: danzare calciando con vigore le gambe in alto, e facendo svolazzare gonne e sottogonne o esibirsi in spaccate e ruote era considerato altamente amorale, soprattutto perché all’epoca la biancheria era priva di cavallo e sollevare una gamba mostrava molto più che le semplici sottovesti. La reazione pubblica al Can-Can è paragonabile a quella suscitata a metà del XX secolo dal Rock’n’Roll, incarnato nei movimenti pelvici e sensuali di Elvis Presley. E se anche questo ci può apparire oggi come un passato troppo remoto, potrebbe valer la pena riflettere sul valore sociale ricoperto da questi locali. Essi erano molto più che semplici luoghi di intrattenimento, e divennero veri e propri spazi di commistione tra persone provenienti da diverse calassi sociali, tra generi, e tra cultura alta e popolare, in modo non dissimile dai locali della New York degli anni Settanta ed Ottanta del Novecento o della Berlino degli anni Novanta e Duemila. Quella che oggi definiremo club culture aveva una cugina, di un secolo più vecchia, nella Parigi di Toulouse-Lautrec. Questi locali erano anche all’avanguardia per tecnologia: molti di essi erano illuminati dalla luce elettrica, inventata appena dieci anni prima, che Lautrec rappresentava sempre avidamente nelle sue opre, proprio perché affascinato dalla novità: globi gialli di diverse dimensioni punteggiano spesso i suoi lavori e per renderli ancora più luminosi, Lautrec li cospargeva di polvere d’oro, tecnica sicuramente acquisita dal confronto con le stampe giapponesi. La Parigi in cui si muoveva Lautrec era contemporaneamente quella dei boulevard che Haussmann aveva riorganizzato da poco tempo e quella ancora in odore di anarchia della Comune di Parigi - violentemente soppressa - quella dove fotografia e cinema stavano entrando nella quotidianità delle persone, e più di tutto era quella delle Esposizioni Universali del 1889 e del 1900 che non solo avevano donato alla città un simbolo come la Tour Eiffel ma la avevano anche invasa di più nuovi, ritrovati della scienza e della tecnologia.
L’epoca della modernità
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