
Toulouse-Lautrec e il circo
Un altro dei grandi temi di Henri de Toulouse-Lautrec è quello del circo, tema su cui il pittore ritornò sia alla fine degli anni Ottanta che alla fine degli anni Novanta del XIX secolo. La Parigi di fine secolo ospitava un assortimento di circhi professionali e Lautrec li frequentava quasi tutti. Lautrec era particolarmente attratto dagli artisti del circo: cavallerizzi e cavalli entrambi abbigliati in colori sgargianti, addestratori di animali, clown e acrobati ai margini della società. I disegni a pastello e gessetto realizzati mentre era in cura per l'alcolismo in un sanatorio alla periferia di Parigi, riprodotti poi in serigrafie ed esposti in questa mostra, rappresentano diverse scene: cavalli e cavaliere che eseguono il "pas espagnol", l'andatura formalizzata dalla Scuola di equitazione spagnola di Vienna, clown e clownesse che domano elefanti e cagnolini o inscenano spettacolini, acrobati, contorsionisti, sollevatori di pesi e ballerine, ritratti dall’occhio di Lautrec che è spettatore privilegiato. È grazie a questi disegni circensi che Lautrec si guadagnò la dimissione dal sanatorio: la loro impressionante perizia artistica, soprattutto per disegni realizzati a memoria, convinse i medici del miglioramento della sua salute. Quando Lautrec lasciò la clinica, si dice che abbia osservato: "Ho comprato la mia libertà a forza di disegni". Il tema del circo viene scelto da Lautrec anche nel 1895 quando il mercante d’arte Siegfried Bing gli commissiona il cartone per una vetrata. Bing aveva deciso di trasformare la sua galleria d’arte, che era specializzata in arte estremo orientale (era quello uno dei luoghi in cui Lautrec aveva potuto ammirare alcune delle stampe giapponesi che tanto amava) in una nuova attività battezzata “L’ Art Nouveau”, e dedicata alla promozione delle arti applicate. Reduce da un viaggio negli Stati Uniti dove aveva potuto conoscere i famosi favrile glass o vetri americani prodotti da Louis-Comfort Tiffany, commissiona ad un gruppo di artisti Nabis e a Toulouse-Lautrec una decina di cartoni per delle vetrate policrome che sarebbero state prodotte da Tiffany a New York. Lautrec realizza un’opera del titolo Au Nouveau Cirque, Papa Chrysanthème che rappresenta un balletto di ispirazione giapponese messo in scena al Nouveau Cirque di rue Saint-Honoré nel 1892. Nelle opere qui esposte è evidente come le scene equestri del circo siano preponderanti rispetto alle altre. Lautrec era affascinato dal mondo dell’equitazione sin dalla prima infanzia, quando le lunghe convalescenze lo portano a cimentarsi sempre maggiormente con l’arte: il critico Matthias Arnold osservò che «i cavalli, se non poteva cavalcarli, voleva almeno saperli dipingere!». Cani, cavalli e scene di caccia erano d'altronde soggetti familiari al giovane Henri (che crebbe sotto il segno della passione paterna per l'equitazione) ma anche indicati per la formazione dei giovani pittori. Nel 1898, dopo aver raffigurato, ballerine, attori e prostitute, Toulouse-Lautrec rivolge la sua attenzione a cavalli, amazzoni e tutti il mondo che gravitava attorno all’ippodromo e fece di questo universo il soggetto delle stampe pubblicate in quell’anno. Sfortunatamente la serie che pianificava di pubblicare, intitolata Courses, non fu mai realizzata.
Toulouse-Lautrec e il circo
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