Vincent van Gogh vive a Parigi tra il marzo del 1886 e il febbraio del 1888. Abita assieme al fratello Théo in rue Lepic, una delle strade più famose della Butte di Montmartre. Il suo trasferimento a Parigi è improvviso, difatti dà appuntamento al fratello al Louvre per informarlo della sua decisione. Theo lo accoglie in casa e da questa convivenza Vincent ne avrà solo giovamento. Difatti non deve attendere l’assegno mensile del fratello per il suo sostentamento e, inoltre, le conoscenze di Théo e la frequentazione dell’ambiente artistico parigino sono favorevoli per gli sviluppi della carriera come pittore. Dal punto di vista artistico è un momento decisivo, in quanto si impegna nella sperimentazione tecnica e nel confronto con le tendenze più innovative della pittura. Realizza duecentotrenta dipinti mescolando vari stili e tecniche,alla ricerca di un linguaggio personale. Nello stesso periodo conosce altri artisti di grande fama come Toulouse-Lautrec, Louis Anquetin, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir. La tavolozza di Van Gogh si schiarisce progressivamente, arricchendosi di colori tipicamente impressionisti. In compagnia di Bernard e Signac anche Vincent si reca sulle sponde dei fiumi per lavorare en plein air. In questo periodo cresce l’interesse per l’arte giapponese, risentendo del fascino dell’esotico che riversa nei suoi lavori. È questo anche il periodo di numerosi incontri e frequentazioni, tra cui l’italiana Agostina Segatori con la quale ha una breve e burrascosa relazione. Sarà lei la modella dei nudi che produrrà in quel periodo. Nei locali alla moda organizza mostre dei suoi quadri e di quelli dei suoi amici più cari, anche se la sua ambizione più grande è quella di formare una comunità di artisti che lavorino insieme in armonia. Ma Parigi è fatta anche di forti competizioni, di ambizione e di tensioni che lo rendono irrequieto. La città gli appare avvolta nel vortice della modernità e della produttività, tanto da spingerlo a lasciarla per cercare la serenità della Provenza.